Ci sono antichi saperi, antiche conoscenze, che abbiamo perso ma in realtà abbiamo dentro di noi come bagaglio da sempre. E’ così per il culto dedicato alla Dea, alla Madre, all’essenza femminile, che poi nel tempo si è trasformato sotto alcuni aspetti nel cristianesimo e nel culto di Dio.
Mi sono avvicinata negli ultimi anni al sacro femminile e alla via della Dea e l’ho naturalmente incorporata nel mio lavoro, perché per me è stato quell’anello mancante per integrare completamente la mia ciclicità, il mio essere donna, il potere della Luna e del grembo, quel sapere ancestrale che tutte noi abbiamo dentro.

La via della Dea è amore, autenticità, ascolto profondo, conoscenza di noi stesse, rispetto di noi stesse, è guardare il nostro corpo come un tempio sacro perché è lei, è la Madre, è la Dea che si materializza in noi. La via della Dea ci connette ad un intuito profondo, una voce selvaggia e completamente vera, autentica, che ci ricorda di amarci, onorarci, rispettarci sempre esprimendo la nostra vera natura senza paura.

Il divino femminile è parte integrante del risveglio del femminile, è salute e biologia per noi donne. La via del vero benessere è una via di integrazione tra mente e corpo.

Connetterci a questi saperi ancestrali, a culti profondi che esistono da sempre, ci connette ad un tempo in cui c’era una società matriarcale, in cui la donna era simbolo di forza e potere, colei che dava la vita, un tempo in cui il sangue era simbolo di fertilità e fertilizzava anche la terra e non come rifiuto da nascondere, celare, non mostrare.